L’area
carsica del massiccio dei Monti di Avella e del Partenio e dei Monti di Sarno
L’articolato settore di Catena appenninica
compreso tra i Monti del Partenio-Monti di Avella, a nord, e i Monti di Sarno, a
sud, occupa un’area di oltre 360 km2 a ridosso delle province di Avellino,
Benevento, Napoli e Salerno. Esso è costituito da tre dorsali montuose separate
fra loro da ampie vallate colmate da sedimenti marini, alluvionali e
piroclastici del Plieistocene sup.-Olocene. La dorsale del gruppo
Avella-Partenio ha una lunghezza di oltre
30 km
ed, a partire da ovest, emerge dolcemente dalla Piana Campana, presso
l’abitato di Cancello, per raggiungere le quote di
678 m
slm di Monte S. Angelo, fino ai
1.579 m
slm del Ciesco Bianco e i
1.493 m
slm di Monte Vergine, a est. Secondo il Napolitano (1922) l’etimologia del
nome Partenio deriverebbe dal greco Parthenios, ovvero Monte Sacro alla Vergine
Cibele, il cui culto fu probabilmente introdotto dai greci Calcidesi e
successivamente sostituito, con l’avvento del cristianesimo, dal culto della
Vergine Maria. A tal proposito, infatti, non mancano tracce di templi preromani
e, dal Medioevo, celebri santuari Cristiani come quello ben noto di Monte
Vergine. Il gruppo Avella-Partenio verso sud
è separato da quello del Pizzone, compreso tra le cime di Monte Donico (
634 m
slm) e Monte Faliesi (
955 m
slm), per mezzo del Vallo Avellano-Baianese in cui si sviluppa la piana
alluvionale del Torrente Acqualonga e del Clanio. Ancora verso sud si rinviene
un’analoga depressione, il Vallo di Lauro, che si interpone tra la dorsale del
Pizzone e quella cosiddetta dei Monti di Sarno che si sviluppa tra le cime di
Monte S. Angelo (
752 m
slm), Pizzo d’Alvano (
1.154 m
slm), Monte Torrenone (
1.069 m
slm) e Monte Salto (
958 m
slm). Da Strabone si apprende che il popolo
autoctono che si insediò alle falde meridionali della dorsale di Sarno nella
omonima valle, dovette essere l’Osco a cui seguirono gli Etruschi e i Pelasgi
e rimane incerto se furono gli Osci a dare il nome a questi luoghi (Sarrastes) o
i Pelasgi che gli attribuirono il nome del fiume della loro terra natia: Saron. Di tutto il territorio in esame solo la dorsale
Avella-Partenio è stata dichiarata Parco Regionale con
la L.R.
33/1993 per le sue peculiarietà geologiche, faunistiche e floristiche.
Tratto da: Del Prete S. (2005) - I Monti di
Avella e del Partenio e i Monti di Sarno. In: Grotte e speleologia della
Campania. Federazione Speleologica Campana, Elio Sellino ed., pp. 317-336